Ossi di seppia, sguardi contemporanei su Montale

(di Marzia Apice) Immagini di luoghi in divenire, indagati per "frammenti" e "rotture", che raccontano di uomini e inquietudini, di memorie stratificate, di legami profondi eppure spezzati, di un senso di smarrimento di fronte al paesaggio, visto come familiare e intimo ma anche estraneo: si ritrova ancora intatta, con la sua essenzialità e musicalità, la parola di Eugenio Montale negli scatti che compongono "Meriggiare pallido e assorto", la mostra allestita a Palazzo Ducale di Genova dal 13 maggio al 29 giugno pensata per celebrare i 100 anni dalla prima pubblicazione di Ossi di seppia. L'esposizione, organizzata da Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova ed Electa, a cura di Ilaria Bonacossa e Paolo Verri con Michela Murialdo, presenta 99 scatti di tre giovani talenti della fotografia, Iole Carollo, Anna Positano e Delfino Sisto Legnani, più uno che ritrae Montale con la sua upupa, realizzato da Ugo Mulas. I tre autori hanno tratto spunto dal capolavoro di Montale - la cui prima edizione è del 1925, costava sei lire e fu stampata in una tiratura limitata di mille copie - riproducendo nei loro lavori i luoghi che hanno ispirato la raccolta e individuando diversi concetti di frammento. Tra piante, rocce, scogli e particolari del paesaggio naturale marino e terrestre e, anche, urbano, l'idea è quella di "materializzare" le atmosfere montaliane, in un'indagine visiva che alterna il dettaglio ravvicinato all'ampiezza del paesaggio, permettendo attraverso la fotografia di osservare il modo in cui la natura si scompone e si riorganizza, trasformandosi continuamente. In un percorso poetico che dalla prima edizione degli Ossi porta al 1975, anno in cui a Montale viene attribuito il Premio Nobel per la letteratura, la mostra ospita anche edizioni originali (messe a disposizione da Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e da Beppe Manzitti, collezionista di Edizioni Originali di Letteratura italiana del Novecento) e fotografie d'epoca. Ma l'esposizione non è soltanto un omaggio per celebrare l'intellettuale e la potenza comunicativa delle sue parole: tutto il progetto vuole infatti costruire un ponte tra le liriche con il mondo che viviamo, dimostrandone l'attualità della poesia di Montale e aprendo l'opportunità di nuovi confronti e nuovi sguardi. La bellezza sobria e fugace che illumina paesaggi poveri, aridi e marginali sottolineata da Anna Positano, il rapporto mutevole tra l'essere umano e la natura indagato da Iole Carollo, i luoghi che parlano attraverso silenzi e vuoti esplorati da Delfino Sisto Legnani seguono appunto il medesimo intento, quello di evidenziare la capacità delle poesie di Montale di parlarci ancora, oggi come 100 anni fa, e di ispirare le nuove generazioni. L'esposizione, sostenuta da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, approderà idealmente anche al Salone del Libro 2025, a Torino dal 15 al 19 maggio, figurando tra le iniziative promosse dalla Regione Liguria all'interno del suo stand.
ansa