Sirente-Velino, leggenda e natura tra rocce scolpite dal tempo e boschi affascinanti

In Appennino non ci sono molte vette più alte delle cime gemelle del monte Velino e del monte Cafornia, in Abruzzo. Il loro profilo è lo stereotipo della montagna e sembra quasi il disegno di un bambino: pareti che vanno su dritte, in diagonale, fino a disegnare una punta aguzza, l’una accanto all’altra. Poco più a oriente si trova il monte Sirente: se il Velino e il Cafornia sfondano il muro dei 2.400 metri di altitudine, questa vetta non ci arriva per poco. La sua forma ricorda più quella di un enorme pagnotta, con le cime rotonde che si susseguono una all’altra, dominando dall’alto il cosiddetto Altopiano delle Rocche.
Il Velino e il Sirente sono le due montagne che danno il nome al Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, nel cuore dell’Abruzzo: un mosaico di vette aspre che vegliano su valli, piccoli insediamenti e boschi di faggio che in autunno si accendono di tutte le sfumature dell’oro e del rame. Una stagione speciale: quando il freddo si avvicina e si chiude il capitolo del turismo estivo, il Parco Sirente-Velino rivela la sua anima più autentica, rustica e vera.
Cosa fare e cosa vedere in autunno nel Parco Sirente-VelinoIl Parco Naturale Regionale Sirente-Velino abbraccia un territorio vasto e sorprendentemente vario, tutto in provincia de L’Aquila. Con i suoi oltre 50.000 ettari, il parco include la catena montuosa del Sirente e quella del Velino, oltre all’Altopiano delle Rocche. È collegato a un’altra riserva naturale vicina, la Riserva regionale Montagne della Duchessa, che si trova in Lazio, ma che comprende un gruppo montuoso orograficamente afferente allo stesso complesso.
L’autunno è forse la stagione più affascinante per visitare il parco: da un lato le temperature ancora non rigide permettono di intraprendere la maggior parte delle attività all’aperto, dall’altro il grosso del flusso turistico, che da queste parti comunque non è mai ingente, è ormai scorso via con il cambio di stagione.
Il passare dei mesi è anche l’altro motivo per cui visitare il Sirente-Velino a settembre, ottobre e novembre: il paesaggio si trasforma in una tavolozza di colori, dal rosso intenso dei faggi al giallo brillante dei pioppi. È, inoltre, il periodo del bramito del cervo, il verso particolare emesso da questi animali durante la stagione degli amori e un modo unico di scoprire la loro solitamente discreta presenza: è una sorta di concerto naturale che risuona al tramonto nei boschi del parco.
Le attrazioni naturali sono varie e ricchissime. La Valle Subequana, ad esempio, è uno dei luoghi più scarsamente popolati della regione, un altopiano collinare coronato da alte montagne con ampie aree di prati e pascoli e un misterioso lago stagionale che si dice sia nato dall’impatto di un meteorite, il cosiddetto Cratere del Sirente.
Le Gole di Celano, scavate dal Rio La Foce, sono forse il simbolo del parco: un canyon impressionante, con pareti di oltre 200 metri che si stringono fino a pochi metri di distanza. Il sentiero che le attraversa è un viaggio nella geologia e nel mito, tra pietre scolpite dal tempo e dalle acque, ma anche leggende di eremiti che cercarono rifugio in queste buie fenditure naturali.
La Val di Teve, poi, è un angolo di natura incontaminata alle pendici del Monte Velino. Le sue faggete, in autunno, sono un vero e proprio spettacolo per gli occhi. Non è raro incontrare la fauna tipica del parco: camosci, cervi, rapaci e volpi, che qui trovano un rifugio perfetto.
Ultimo, ma non meno importante, il sito delle Pagliare di Tione conserva un patrimonio umano e storico straordinario: le pagliare sono i tipici edifici degli antichi villaggi stagionali, utilizzati dai pastori durante la transumanza e le altre attività di agricoltura e pastorizia legate alla montagna. Casette in pietra, ricavata a sua volta dalla ripulitura dei terreni al fine di renderli coltivabili, spesso dotate di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, che ancora oggi si possono notare nei resti di questi insediamenti.
Nel mezzo di questo contesto naturale montano e rustico piccoli paesi come Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio, Ovindoli e Secinaro accolgono i pochi visitatori con le facciate in pietra delle case, i ruderi degli antichi castelli, le chiese austere e le sagre dedicate ai prodotti di stagione, che trasmettono tutto il calore di questi luoghi.
Escursioni d’autunno nel Parco Sirente-VelinoL’autunno invita a camminare. Prima che arrivi la neve a coprire le cime pietrose delle montagne abruzzesi, c’è tempo per esplorarle senza che il sole cuocia i sentieri, beandosi del fascino dei boschi e dei panorami che si possono osservare dalle ampie radure, antichi pascoli ormai abbondanti.
Il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino offre una varietà di contesti, scorci e prospettive su una natura selvaggia, ricca di flora e fauna, da scoprire da vicino.
Gole di CelanoUn trekking di media difficoltà, con partenza dal parcheggio dedicato poco fuori il borgo di Celano e una durata di circa 4 ore in totale, che permette di esplorare uno dei luoghi simbolo del Parco Sirente-Velino. Il percorso delle Gole di Celano si snoda nel cuore del canyon, tra pareti verticali e passaggi strettissimi, che poi si aprono all’improvviso su piccole radure.
Lungo il cammino si incontrano ponticelli in legno, piccole sorgenti e scorci mozzafiato sul panorama delle Gole. Secondo la leggenda qui viveva un eremita che parlava con gli spiriti della montagna, e in certi momenti, quando il vento si incunea tra le strette pareti di roccia, non sarà difficile immaginarlo.
Anello del Sirente
I più esperti tra i camminatori che si avventurano tra le vette del Parco Sirente-Velino non possono non apprezzare l’impegnativa camminata tra pascoli e faggete che porta fino alla vetta del monte Sirente, a oltre 2.300 metri di altitudine.
Si tratta di un’escursione che regala panorami grandiosi sulla valle che giace ai piedi del complesso montuoso. Il sentiero sale tra prati e boschi fino a raggiungere la cima del Sirente, da cui si gode una vista che abbraccia tutto l’Abruzzo interno. In autunno questo percorso ha qualcosa in più grazie ai faggi che circondano la parte bassa del percorso. Le loro chiome si tingono di mille tonalità diverse, creando un contrasto magnifico con le rocce grigie della cima.
Da Rocca di Mezzo a OvindoliPercorso facile che parte da uno dei borghi più affascinanti del Parco Sirente-Velino, Rocca di Mezzo, e in circa tre ore consente di farsi un’idea dell’Altopiano delle Rocche, un ampio pianoro tra i 1.200 e i 1.400 metri di altitudine all’ombra del Sirente e delle altre montagne.
È un itinerario dolce, adatto anche alle famiglie, che segue antiche tracce tra i boschi di betulle ingialliti dalla stagione e ampie radure, punteggiate di mucche e cavalli che pascolano placidi. Ovindoli, nota località sciistica e uno dei centri turistici del parco, accoglie gli escursionisti con il suo rustico fascino e con i suoi sapori della cucina locale e stagionale: polenta, funghi o una zuppa di legumi locali.
Le Pagliare di TioneTione degli Abruzzi è un piccolissimo comune della Comunità montana Sirentina. Un luogo elegantemente austero, con la sua simbolica Torre del Castello che domina l’abitato. Da qui parte un percorso piuttosto semplice, seppure in salita, che porta ad esplorare le note Pagliare di Tione, casali in pietra sparsi in ampie radure, conservati nello stile tipico del luogo e presenti fin dal medioevo.
L’ampio spazio dove si trovano le Pagliare di Tione domina la Valle del fiume Aterno, su cui si posa lo sguardo, ammirando i toni caldi autunnali delle chiome dei boschi che la ricoprono. Un luogo capace di abbinare la testimonianza storica alla bellezza della natura, specialmente in autunno.
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