Cinque ragioni per preferire Fès a Marrakech


Marrakech o Fès? I turisti europei sono sempre più attratti dal Marocco, uno dei Paesi arabi più stabili e sicuri, e spesso i tour organizzati sono costretti a scegliere tra le due celebri città imperiali, piuttosto distanti (oltre 500 chilometri) per riuscire a visitare entrambe in pochi giorni se non a costo di un tour de force mordi e fuggi.
I numeri in realtà non lasciano spazi a dubbi: in un Paese che lo scorso anno ha attratto ben 17,4 milioni di turisti (+20%, divisi equamente tra europei e marocchini residenti all’estero) Marrakech è di gran lunga la località più visitata, con circa 150 voli al giorno dall’Europa e decine di alberghi sparsi tra i riad della medina e i lussuosi resort dei dintorni circondati da palmeti.
Fès è molto meno frequentata dal turismo internazionale, con appena una trentina di voli al giorno nel suo piccolo aeroporto e un’offerta alberghiera inferiore non solo a Marrakech ma anche a località di mare come Agadir (paradiso dei surfisti) o a città in crescita come Casablanca, Tangeri o la stessa Rabat, l’elegante capitale del Regno che ospita il sovrano Mohammed VI.
Eppure a ben vedere la “Firenze del Marocco” offre una serie di vantaggi che la pongono come una destinazione alternativa, e per certi versi preferibile, a Marrakech. Vediamo perché.

La Medersa di Bou Inania a Fès
A livello di arte e qualità dei monumenti non c’è proprio partita. Se Marrakech può vantare la Moschea di Koutubia, la Medersa (scuola coranica) di Ben Youssef e alcuni edifici storici, Fès è un museo a cielo aperto con capolavori intatti ed esempi di arte raffinatissima. Le due Mederse di Bou Inania e Al Attarine sono scrigni trecenteschi arrivate ai nostri tempi in buona parte inalterate, veri e propri capolavori dell’architettura e scultura islamica. Per non parlare della moschea Al-Qarawiyyin (costruita nell’859 DC), con annessa la più antica università del mondo dove hanno studiato eruditi come Averroè, Ibn Khaldun e Maimonide. Purtroppo lo straordinario complesso non è visitabile per i non musulmani e il turista si deve accontentare di sbirciare da fuori i sontuosi interni della moschea o dall’alto i suoi tetti con le verdi tegole in ceramica. Davanti agli ingressi troverà un religioso che in maniera educata gli farà notare che l’Islam marocchino è tollerante e comprensivo ma nella moschea possono entrare solo i fedeli musulmani.
Al di là dei monumenti più celebri, le tortuose vie della medina di Fes nascondono a ogni angoli piccoli tesori, a cominciare dai portali intagliati di legno con decorazioni raffinate.
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Bab Boujloud, la principale porta di accesso alla medina di Fès
Visitare le attrazioni di Marrakech come la Medersa di Ben Youssef o i Giardini Majorelle è un’esperienza simile a quella che si prova nelle capitali europee del turismo. Ressa, rumore, confusione. A Fès invece, eccezion fatta per la zona intorno alle famose concerie, l’atmosfera è molto più rilassata, meno caotica. In molte strade della medina il livello di decibel è basso, i negozianti e gli artigiani lavorano tranquillamente, insomma si respira un’aria più autentica, meno frenetica.
Il confronto tra le due principali piazze è la sintesi migliore: Jamaa el Fna, la gigantesca piazza di Marrakech famosa in tutto il mondo per lo street food, gli incantatori di serpenti, i frombolieri e i musicisti, è letteralmente presa d’assalto da orde di turisti assiepati sui bar intorno alla piazza e tra gli artisti di strada. La confusione è tale da far davvero girare la testa, il fascino tanto decantato per molti è un incubo di frastuono e disordine che spesso diventa anche un inferno di calura quando il sole picchia senza pietà sulla città.
Tutto l’opposto della piazza Boujloud di Fès, circondata su un lato dall’omonima porta (Bab) che introduce alla città vecchia, sugli altri dalle antiche mura cittadine. Qui si può camminare tranquillamente tra i cittadini di Fès, orgogliosi della loro splendida città e sempre sorridenti. Nessun fenomeno da baraccone, solo scene di vita quotidiana.
Le stesse scene cui il turista può assistere entrando nella moderna Fès in una giornata di sole verso il tramonto quando i Fassi (così si chiamano gli abitanti) si riversano nei campi intorno alla città per picnic o merende improvvisate tra le spighe di grano in un clima festoso che sa tanto di Italia anni Cinquanta.
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Le concerie Chaouwara a Fès
I commercianti marocchini hanno un problema: da quando i turisti volano con le compagnie low cost - artefici del boom degli arrivi in Marocco - è più difficile vendere certi articoli perché nessuno può permettersi di comprare una borsa grande o un paio di scarpe in più con il solo bagaglio a mano in formato lillipuziano. Fatta questa premessa, e spazio permettendo in valigia, a Fès si possono concludere ottimi affari. La millenaria tradizione delle concerie si vede in ogni angolo della medina e i prodotti di pelle dai portafogli ai sandali fino alle borse sono di ottima fattura e a prezzi contenuti (i residenti consigliano di comprare fuori dalle concerie più famose che applicano costosi ricarichi).

Uno storico riad nella medina di Fès
In generale, la vita per il turista a Fès costa decisamente meno che a Marrakech: alberghi, riad, ristoranti e negozi sono meno esosi e si possono strappare ottimi prezzi. Un’esperienza davvero indimenticabile è il pernottamento in uno dei riad della medina: per poche decine di euro il turista entra in un mondo da mille e una notte, tra cortili trecenteschi finemente restaurati, camere con soffitti a travi di legno alti fino a dieci metri e terrazze con viste mozzafiato sulla città vecchia illuminata dove poter fare colazione o bere una bibita rigorosamente analcolica. Anche la visita alle principali attrazioni come le mederse è molto più a buon mercato: 20 dirham (circa 2 euro) contro gli almeno 100 di Marrakech.

La piazza El-Hedim a Meknès
Se i dintorni di Marrakech sono unici per la bellezza di siti naturalistici come le vette dell’Alto Atlante o il deserto di Agafay, la regione di Fès è più ricca di storia. Ospita infatti una delle quattro città imperiali del Marocco: è Meknès, che si trova a meno di un’ora di auto in direzione Rabat ed è un piccolo capolavoro di storia e nobile arte spesso trascurata dai flussi turistici.
Il suo biglietto da visita è l’imponente cerchia muraria con monumentali porte che introducono alla medina. Davanti alla Bab el Mansour, splendida porta seicentesca fresca di restauro, si apre la piazza El Hedim, vero e proprio cuore pulsante di Meknès con il suo mercato centrale dai colori (e odori) forti e le mura merlate. Consigliatissima una sosta in uno dei bar-ristoranti che si affacciano sulla piazza e offrono un pasto genuino e abbondante per pochi euro.
All’interno della medina è assolutamente da visitare il mausoleo di Moulay Ismail, sultano che regnò su Meknès per oltre mezzo secolo tra Seicento e Settecento. L’edificio che ospita la sua tomba è tornato a risplendere dopo un lungo restauro patrocinato dall’Unesco e ora è visitabile in tutta la sua bellezza tra gli zellij (assemblaggio di piastrelle da cui deriva il termine azulejos) multi colore.
E non è tutto: sempre a poca distanza da Meknès si aprono le rovine romane di Volubilis e altri piccoli gioielli come Moulay Idriss. Per chi noleggia un’auto il paesaggio della regione di Fes è davvero sorprendente: terre fertili e verdissime con dolci colline che ricordano certe zone del Centro Italia. Per trovare una cucina genuina basta fermarsi in una delle numerose stazioni di servizio all’ingresso delle città, dietro le quali si aprono splendidi ristoranti immersi nel verde con carne fresca delle vicine macellerie cotta nei tajine, i caratteristici piatti di terracotta. Il conto, per chi è abituato ai prezzi delle città europee, è da non credere.
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