Cansiglio: un oceano di colori e silenzi nella foresta nel cuore del Veneto

In cima: alberi dai fusti lunghi e dalle chiome brunite. A valle: il sempreverde degli abeti.
Sembra quasi un mondo al contrario quello della foresta che popola l’altopiano del Cansiglio, all’estremo orientale del Veneto, tra le province di Treviso, Belluno e, per una porzione, della friulana Pordenone.
Un luogo raro: un vasto pianoro che si staglia nella zona delle Prealpi Bellunesi, ad un’altitudine costantemente racchiusa tra i 900 e i 1200 metri sul livello del mare, caratterizzato da un fitto bosco che si estende per oltre 7000 ettari e da una conformazione morfologica a conca, con la parte centrale dell’altopiano più in basso della parte esterna, disposta come una corona avvolgente.
La Foresta del Cansiglio è caratterizzata in particolare da due specie vegetali, il faggio e l’abete rosso. La particolare natura dell’altopiano fa sì che si verifichi il fenomeno dell’inversione termica: le temperature sono inferiori nella parte più bassa dell’altopiano, nella conca centrale, rispetto alla parte esterna, più alta. Questo fa sì che si abbia anche una sorta di inversione dal punto di vista della flora: l’abete, che di solito cresce e si sviluppa ad altitudini superiori a quelle del faggio, si trova nella conca, mente le faggete autoctone crescono nella parte più alta dell’altopiano.
Questo peculiare tratto del Cansiglio lo rende una destinazione fantastica in particolare nel periodo dell’autunno, rendendo davvero speciale il fenomeno del foliage. In una stagione in cui per propria natura i boschi, e in particolare i boschi di faggio, diventano particolarmente affascinanti per l’ingiallimento e l’imbrunimento delle chiome degli alberi, in questo angolo di Veneto si ha un contrasto inconsueto e affascinante con il verde permanente degli abeti più a valle. Ne emerge uno dei luoghi più scenografici e da non perdere per gli amanti della fotografia e della natura.
Il Cansiglio nella storiaCome detto, la Foresta del Cansiglio è formata principalmente da faggi, alberi autoctoni che crescono spontaneamente in questo tipo di territorio, e abeti bianchi e rossi. Questo secondo tipo è stato invece importato sull’altopiano dalla Repubblica di Venezia, che ne utilizzava il pregiato legno per realizzare i remi delle proprie imbarcazioni e come pali di fonda per le abitazioni sull’isola nella Laguna.
La Foresta è infatti tutt’oggi nota come Bosco della Serenissima, poiché per secoli fu una riserva di legname estremamente preziosa e gestita con puntualità estrema da Venezia. Una cura che terminò con la caduta della Repubblica alla fine del Settecento.
Pochi decenni prima l’altopiano fu interessato dall’insediamento di una piccola comunità cimbra, una minoranza etnica e linguistica che resiste in alcune sparute zone alpine in Italia. Ancora oggi pochi piccoli villaggi cimbri permangono in Cansiglio, caratterizzati dalla loro tipica, peculiare architettura.
L’Anello del Cansiglio, tra foliage e silenziEsplorare la Foresta del Cansiglio e tutto l’altopiano è possibile grazie alla fitta rete di sentieri che lo percorrono, ma per scoprirne ogni angolo l’ideale è intraprendere la lunga escursione ad anello che aggira la conca centrale.
Si chiama Anello del Cansiglio e consente di attraversare i luoghi più belli e suggestivi del luogo con una camminata lunga poco più di 13 chilometri, che a sua volta può essere spezzata in una serie di percorsi più brevi. Peraltro, malgrado la lunghezza, l’Anello non prevede mai grandi difficoltà altimetriche, alternando sentieri ben battuti nel bosco a comode strade forestali. In ogni caso, ne esiste una versione breve da 8 chilometri, della durata complessiva di circa due ore e mezzo, che è l’ideale per le giornate autunnali che virano verso l’inverno, dove le ore di luce vanno diminuendo.
Il percorso alterna tratti nel bosco ad altri fuori dalla vegetazione. Sotto le chiome degli alberi si respira l’atmosfera della stagione che cambia, ai piedi un letto di foglie secche e sui rami degli alberi mille screziature diverse dei colori dell’autunno. La quiete e il silenzio dominano la scena, interrotti solo dai passi di chi cammina, e non è difficile avere qualche incontro con la fauna che popola questo habitat.
Quando si è invece fuori dalla foresta lo sguardo si perde proprio sui fianchi dell’altopiano così uniformemente coperti dal bosco, con le grandi macchie di colore che suggeriscono quale sia la varietà di albero prevalente in ogni data zona.
Una seconda caratteristica morfologica chiave dell’altopiano è il carsismo. I boschi celano infatti numerosi avvallamenti, grotte, crepacci, buche e apertura nel terreno. Sono spesso recintati, affinché non costituiscano un pericolo per i visitatori, ma rimangono un fenomeno peculiare ed estremamente ricco di fascino.
Camminando lungo i sentieri dell’Anello non sarà raro incontrare più di uno di questi inghiottitoi. Il più famoso è il Bus de la Lum, un raro esempio di unico pozzo verticale che raggiunge circa 180 metri di profondità, con un diametro interno mai superiore ai 15 metri.
Cosa fare al Cansiglio oltre a camminareL’altopiano del Cansiglio offre una grande varietà di attrattive oltre al trekking sulla sua fitta rete sentieristica.
Fin dagli Anni Settanta, ad esempio, è attivo il Museo di Ecologia, gestito dai Carabinieri Forestali. Ci si possono trovare reperti naturalistici che riguardano l’altopiano, scoprire la flora e la fauna tipiche della foresta e scoprire la sezione dedicata agli uccelli che dimorano nell’area.
Altra istituzione interessante è il Giardino Botanico Alpino, istituito nel 1972: uno splendido luogo dalla vegetazione ordinata e lussureggiante dove si possono ammirare e conoscere circa 500 specie diverse di piante presenti sul Cansiglio.
Più in disparte, in località Pian Osteria, sorge il Museo Regionale dell’Uomo in Cansiglio, che racconta ai visitatori lo sviluppo della presenza umano sull’altopiano a partire dal Paleolitico, passando per il periodo meno documentato, quello medievale, e arrivando fino ai giorni della Repubblica di Venezia prima e della contemporaneità poi.
Si possono poi visitare i già citati villaggi cimbri. Il villaggio Vallorch si trova sul tracciato dell’Anello del Cansiglio, alla propaggine sud-occidentale dell’altopiano. Fu fondato nel 1850 per essere vicino ai boschi di faggi presenti in quella zona, che per qualità e quantità erano particolarmente adatti alla lavorazioni degli scatoi, contenitori circolari in legno per la conservazione degli alimenti che erano l’attività artigianale principale della popolazione cimbra. Il villaggio Le Rotte è oggi abitato solo stagionalmente, ma possiede ancora le tipiche caratteristiche architettoniche con case dotate di tetti spioventi, con un portico coperto nella parte anteriore dell’edificio.
Rifugi, malghe e aziende agricole popolano infine la parte centrale dell’altopiano, quella libera dal bosco. Le aziende agricole utilizzano i grandi prati, che da tempo immemore sono dedicati alla pastorizia. I rifugi e le malghe offrono ai visitatori la possibilità di addentrarsi nelle prelibatezze del territorio, scoprendo una cucina montana genuina e dai sapori decisi.
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