Alla scoperta dell’Alta Murgia tra paesaggi aspri e colori inaspettati

C’è una Puglia che sfugge ai cliché da cartolina, che non si affaccia sul mare, ma sulle infinite onde di una terra antica, aspra e assolutamente vera: è l’Alta Murgia, un altopiano calcareo che si estende tra le province di Bari e Barletta-Andria-Trani, dove la natura si manifesta nella sua forma più essenziale, modellata dal tempo, dal vento e da millenni di presenza umana.
Dal 2004 questa vasta area (circa 68.000 ettari) è protetta come Parco Nazionale dell’Alta Murgia, un tesoro di biodiversità che custodisce specie rare come il falco grillaio e una flora mediterranea che profuma di timo, rosmarino e libertà. Il paesaggio, segnato da formazioni carsiche, doline, lame e gravine, è un “inno alla geologia”, tanto da essere stato inserito, dal settembre 2024, nel sistema mondiale dei Geoparchi UNESCO.
Cosa vedere: le meraviglie del Parco dell’Alta MurgiaVisitare l’Alta Murgia significa lasciarsi guidare dalla curiosità, poiché ogni scorcio racconta una storia differente. Al centro di tutto, svetta Castel del Monte, capolavoro di architettura medievale voluto da Federico II. La sua forma ottagonale, perfetta e misteriosa, domina l’altopiano con una presenza quasi metafisica. Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1996, è il simbolo indiscusso non solo della Murgia ma di tutta la Puglia.
Ma siamo appena all’inizio. A Spinazzola, le miniere di bauxite in località Murgetta colorano il paesaggio con tonalità rosso fuoco e danno vita a uno scenario lunare che sorprende e incanta. A Gravina in Puglia, il maestoso Castello Svevo racconta la potenza di un passato che ha lasciato segni profondi, mentre poco distante il Parco archeologico di Botromagno e del Padre Eterno riporta alla luce l’importante passato del territorio.
E se la natura è il cuore del parco, la scienza lo illumina. A Ruvo di Puglia, il Museo Erbario raccoglie la memoria verde della Murgia, con esemplari che svelano l’intelligenza delle piante nel loro adattarsi a condizioni spesso estreme. E nel sottosuolo si nascondono altri segreti: nella Grotta di Lamalunga, ad Altamura, è stato ritrovato lo scheletro dell’Uomo di Altamura, fossile umano tra i più completi e antichi d’Europa, rimasto intrappolato nella roccia calcarea per oltre 130.000 anni.
Per chi ama i paesaggi lunari, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina offrono il fascino delle grandi doline carsiche, mentre la Cava dei Dinosauri, sempre ad Altamura, conserva impronte fossili che risalgono a oltre 80 milioni di anni fa. A Corato, la Necropoli di San Magno apre una finestra sulla civiltà peuceta, tra sepolture monumentali e resti millenari.
Non mancano le oasi verdi come la Foresta Mercadante, che si estende tra Altamura e Cassano delle Murge, o il Bosco Mesola e la Pineta Galietti, dove il silenzio è rotto soltanto dal fruscio del vento e dal canto degli uccelli. A completare il quadro, ci sono i borghi storici, con Altamura e Gravina in Puglia che incantano con il loro patrimonio culturale, le chiese rupestri, i ponti storici e le piazze in pietra bianca che riflettono la luce come specchi.
I sentieri dell’anima: escursioni nell’Alta MurgiaL’Alta Murgia si conosce senza fretta, lasciando che siano le pietre, il vento e la luce a raccontare. Il Sentiero del Pulo di Altamura, ad esempio, conduce all’interno di una delle doline più spettacolari d’Europa, tra grotte e pareti scoscese.
Un altro itinerario da seguire è il Castel del Monte Trail, che si snoda tra colline ondulate e tratti di macchia mediterranea. Il castello, visibile da lontano, sembra avvicinarsi ad ogni passo, come una visione che guida e ispira. È un percorso di media difficoltà, ma la fatica è ripagata dal paesaggio, che cambia colore con le stagioni.
Per chi cerca relax e contatto con la natura, la Foresta Mercadante è la scelta ideale: i sentieri attraversano pinete fitte e fresche, ideali per il birdwatching e le passeggiate in famiglia. Anche nei mesi estivi, la temperatura rimane gradevole, regalando ristoro e bellezza.
Più selvaggio è il cammino lungo la Gravina di Botromagno, tra canyon naturali, antiche masserie e punti panoramici: qui si percepisce la forza geologica della terra, che ha inciso solchi profondi nella roccia e creato habitat straordinari per flora e fauna.
Infine, le vie di Castel del Monte propongono un percorso ad anello che al cospetto di lame, boschi e antiche costruzioni rurali. Si incontrano jazzi, ovili in pietra, e masserie fortificate che parlano della vita contadina, del duro lavoro nei campi, del legame indissolubile tra uomo e terra.
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