A Berlino i Bronzi di San Casciano, tesori dal fango

Arrivano a Berlino i Bronzi di San Casciano. Nella loro prima uscita dall'Italia dopo il successo al Palazzo del Quirinale, e le due tappe al Museo archeologico nazionale di Napoli e al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, approdano alla James-Simon-Galerie, sull'Isola dei Musei, dal 5 luglio al 12 ottobre. Frutto degli scavi condotti tra il 2022 e il 2024 nel santuario termale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, il rinvenimento è stato definito dagli esperti come uno dei più significativi degli ultimi decenni. Statue e teste in bronzo di eccezionale stato di conservazione, accompagnate da migliaia di monete, ex voto anatomici e iscrizioni in etrusco e latino e bilingui, restituiscono un vivido spaccato della religiosità e delle pratiche votive in un luogo sacro dell'antichità, che è rimasto attivo per dieci secoli, e che ha avuto un suo ruolo particolarmente significativo nel periodo di passaggio fra la cultura etrusca e quella romana. Durante la conferenza stampa di presentazione della mostra, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha voluto rimarcare la scelta di Berlino per omaggiare "la Germania che ha saputo trasformare le cicatrici del passato in memoria viva", ma anche per "riconoscenza" in nome di una collaborazione tra i due paesi sempre più intensa sul piano dei rapporti culturali e della lotta al traffico di reperti. Giuli ha ricordato la restituzione all'Italia da parte della Fondazione culturale prussiana di una serie di reperti che erano stati scavati e recuperati illegalmente e che poi erano entrati a far parte del patrimonio della Fondazione. Aprendo il suo intervento, ha ringraziato gli operai del cantiere di scavo, omaggiando così "la fatica anonima del lavorare". Quella che Massimo Osanna, direttore generale Musei del Mic definisce un "punto di svolta per l'archeologia italiana e internazionale" è probabilmente una delle scoperte più interessanti e affascinanti degli ultimi anni. A San Casciano torna a vivere un antico santuario, nato intorno al III secolo avanti Cristo in territorio etrusco e frequentato fino alla fine del IV secolo dopo Cristo da persone che s'immergevano nelle acque per trarne beneficio e donavano agli dei ex voto per implorarne la guarigione. Quello che lo scavo sta riportando alla luce è un patrimonio "non solo dell'Italia, ma dell'umanità", ha sottolineato Giuli. Osanna ha anche evidenziato che questa mostra è più ricca delle precedenti perché gli scavi hanno nel frattempo restituito nuovi reperti. Per il ministro tedesco della Cultura e dei Media, Wolfram Weimer, "i Bronzi di San Casciano dei Bagni testimoniano l'elevata capacità artistica di un'epoca di cui ci sono rimasti ben pochi reperti. Il loro ritrovamento costituisce un inestimabile arricchimento del patrimonio culturale italiano e pertanto del nostro patrimonio europeo comune. A tutti gli appassionati di arte in Italia che curano e tutelano questo tesoro spetta perciò la nostra massima gratitudine, come anche ai curatori della mostra alla James-Simon-Galerie che con la loro dedizione dimostrano ancora una volta: che arte e cultura, pur avendo una loro particolare origine, appartengono in fondo a tutti gli esseri umani, nello spirito e nel cuore". Appassionato è stato l'intervento del professor Jacopo Tabolli, coordinatore scientifico dello scavo: ha ricordato il personale impegnato nelle complesse operazioni, a partire dagli studenti, ma soprattutto ha trasmesso l'emozione connessa alla paura di commettere operazioni sbagliate che avrebbero potuto compromettere il perfetto recupero dei reperti e, in particolare, la possibilità di decifrarne la funzione rituale. Proprio su quest'ultimo aspetto anche Osanna ha sottolineato la novità dell'impianto metodologico di questi scavi, segnati da una "rigorosa interdisciplinarità" che punta a far emergere il senso pieno degli oggetti ritrovati. Ha chiuso la conferenza l'intervento di Martin Maischberger, vicedirettore della collezione antica della Fondazione culturale prussiana, che ha reso possibile la mostra. Il percorso espositivo è completato con opere della collezione di antichità classiche dei Musei di Berlino e con votivi moderni provenienti dal Museum Europäischer Kulturen di Dahlem, a creare un dialogo tra antico e contemporaneo.
ansa