Tre piccole isole greche da sogno introducono una tassa per combattere l’overtourism

La Grecia è senza dubbio una delle mete più ambite in estate e le isole soffrono del forte afflusso di turisti che spesso sconvolge le realtà locali, persino le più piccole. Se prima sono stati territori come Mykonos e Santorini a lanciare l’allarme e a inserire misure per controbilanciare l’overoturism, ora sono anche realtà più piccole che, vedendo crescere il numero di visitatori, si sono trovate costrette ad inserire una tassa d’ingresso.
Itaca e Paxos non sono solo isole greche da cartolina, ma vere e proprie comunità che vivono tutto l’anno con risorse limitate. D’estate, però, questi piccoli paradisi vengono invasi da un numero di visitatori che supera di gran lunga la capacità dell’isola di reggere il colpo. E no, non è un’esagerazione.
Con meno di 3.000 abitanti ciascuna, Itaca e Paxos si trovano ogni estate a fronteggiare ondate di turisti giornalieri che, pur non pernottando, mettono in crisi i servizi pubblici essenziali: raccolta rifiuti, approvvigionamento idrico, gestione delle strade e del traffico locale. Un assalto silenzioso che rischia di trasformare l’esperienza autentica dell’isola in un caos da gita mordi e fuggi. È questa motivazione a muovere i sindaci delle due isole, seguendo l’esempio di Symi che ha già adottato una misura simile qualche mese fa. L’idea è quella di applicare una tassa di 3 euro riservata ai turisti giornalieri.
I motivi della tassaSeppur la cifra di 3 euro potrebbe sembrare irrisoria, va considerato l’impatto complessivo: se viene applicata ai numeri attuali dei turisti in ingresso, la tassa può infatti fare la differenza. A Symi, territorio in cui è già stata approvata la misura, ogni anno vengono ospitati 300.000 visitatori giornalieri. L’impatto è da misurare nei milioni di litri d’acqua usati, nelle tonnellate di rifiuti prodotti e nelle difficoltà dei trasporti e servizi pubblici per un territorio che non supera le 3.000 persone.
Il fatto che moltissimi visitatori scelgano un determinato luogo per pochi mesi all’anno mette al collasso il tessuto sociale, l’ambiente e persino l’identità della località. L’obiettivo non è certo scoraggiare i viaggiatori, ma affrontare una realtà che non può più essere ignorata. Dopotutto, l’overtourism non è da vedere come un fenomeno positivo, ma di forte squilibrio. La tassa sarebbe applicata solo a chi non soggiorna sull’isola, il classico turista giornaliero, e servirebbe a rafforzare i servizi locali senza aumentare la pressione fiscale sui residenti. In pratica: chi consuma, contribuisce.
Come riportato da Il Fatto Quotidiano, il sindaco di Symi, Eleftherios Papakalodoukas, ha dichiarato “In questo momento tutti i dipendenti del comune e gli addetti ai camion della nettezza urbana stanno lavorando per soddisfare le esigenze del porto, con il risultato che i residenti dei quartieri dell’isola, che pagano le tasse comunali, non godono dei servizi per cui pagano”. Il politico ha sottolineato come il territorio non voglia allontanare il turismo ma che sia assolutamente necessario introdurre nuove tasse per garantire servizi di qualità per tutti.
Itaca, Paxos e Symi vogliono continuare a incantare ma per farlo hanno bisogno di proteggersi, tutelarsi e soprattutto aumentare i servizi: la piccola tassa farà la differenza.
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