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Nel Portogallo del Nord, terra di nostalgie, arte e leggende

Nel Portogallo del Nord, terra di nostalgie, arte e leggende

Le notti di tempesta possono essere selvagge. Onde imponenti che si infrangono contro le immense vetrate, il fragore del mare che urla prepotente. E pensare che questa casa, la Casa de Chá da Boa Nova, era nata come tranquilla sala da the. Progettata dal premio Pritzker Álvaro Siza alla fine degli anni Cinquanta, nel 2011 è diventata monumento nazionale e tuttora rappresenta un luogo iconico del Portogallo del Nord, la regione che ha come centro Porto e si avvolge intorno alle spire del fiume Douro. La casa si trova sulla roccia a livello del mare, sopra la Praia da Boa Nova, isolata e spettacolare. Da sala da the si è evoluta in ristorante bistellato, dove lo chef Rui Paula presenta una cucina ispirata a un verso (“Acque finora inesplorate”) del celebre poeta portoghese Luís Vaz de Camões. Il mare che occhieggia dalle finestre entra nei piatti con i suoi doni più speciali: gamberi rossi, calamaro “Chanel”, pesce San Pietro e cannolicchi.

Porto, l’affascinante capitale della regione, è a mezz’ora di macchina, con le sue vie lastricate, le storiche enoteche, il lungofiume brulicante di turisti. Imperdibile, anche a costo di una lunga coda, una visita alla Livraria Lello, che dietro la facciata Art Nouveau nasconde interni neogotici, con un soffitto di vetri multicolori, pannelli in legno intagliato e una scalinata sinuosa. Le vere chicche sono però custodite nella Gemma Room, al piano sottostante: libri rari, manoscritti, prime edizioni, come quella di Lolita di Vladimir Nabokov o Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Ultima acquisizione la collezione personale di Amy Winehouse, che contiene più di 200 volumi. Aromi, spezie e bacalhau in mille versioni al Mercado do Bolhão, imponenti azulejos nell’atrio della stazione di São Bento, e un caleidoscopico diorama della vecchia Porto nelle strade del quartiere Ribeira. Chi ama le piastrelle azzurre del Portogallo ha una meta d’obbligo: il Banco de Materiais, una vera e propria “banca” degli azulejos, nata per tutelare il patrimonio architettonico di questa parte del Paese. A causa di anni di incuria molte delle piastrelle originali degli edifici della città - tutte dipinte a mano - sono andate perdute o danneggiate. Il Banco de Materiais ne custodisce decine di migliaia e le mette a disposizione dei proprietari di immobili, che possono prenderle gratuitamente per restaurare una facciata.

Usciti da Porto, dopo l’immancabile gita in barca sul fiume, per immergersi davvero nella storia e nelle tradizioni del Nord del Portogallo bisogna spostarsi a Guimarães, dove l’antica fortezza testimonia la nascita della nazione. Tappa alla Confeitaria Clarinha, in attività dal 1947 con la ricetta tradizionale (e segreta) delle clarinhas, nate come dolci conventuali farciti con zucca e oggi coperte addirittura da tre brevetti. La città è famosa anche per i tessuti e i ricami realizzati con tecniche antiche che rendono ogni pezzo unico. Da qui ci si può spostare per un’esperienza gastronomica unica a Portela. Renato Cunha, cuoco autodidatta di gran talento, è un genuino custode della tradizione culinaria del luogo nel ristorante Ferrugem, situato in un vecchio granaio. Ma è altrove che si esprime con maggior passione: nel giardino della casa colonica di famiglia durante i mesi estivi organizza per gruppi ristretti singolari cene all’aperto. È quello che in Piemonte si definirebbe “merenda sinoira”, un lungo interludio di calici e bocconi che si snoda dal tramonto a tarda sera. Tutti in circolo ad ascoltare Renato che racconta le ricette di famiglia, mentre le pietanze sobbollono in grandi pentoloni neri. Cibo che accomuna e testimonia, amicizie che nascono intorno ai ceppi guizzanti, brindisi improvvisati fino a notte fonda. Altra meta immancabile è Braga, città di monasteri e leggende. Bon Jesus do Monte si guadagna a suon di scalini (577). Luogo di pellegrinaggio del XIV secolo, è un complesso assemblaggio di stili architettonici, con dettagli bizzarri e sorprendenti, incroci di scale in stile barocco dedicate ai cinque sensi e fontane a ingentilire i piani di sosta. Fortunatamente nel 1882 è stata costruita una comoda funicolare per la discesa. A quel punto ogni peccato è già espiato.

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